Il rapporto MEF sulle carte di pagamento e il Bitcoin

di | 3 Novembre 2015

Credit Card Fraud e BitcoinE’ uscito pochi giorni fa il Rapporto statistico sulle frodi con le carte di pagamento No. 5/2015 realizzato dall’Ufficio Centrale Antifrode dei Mezzi di Pagamento del Dipartimento del Tesoro, relativamente ai dati sulle frodi registrate con carte di pagamento emesse in Italia.

Il rapporto annuale sulle frodi con carte di pagamento è scaricabile pubblicamente da questo link [WBM] ed è possibile anche scaricare le versioni degli anni precedenti da questo link.

La cosa interessante è che, per la prima volta rispetto ai report degli anni precedenti in ambito di frodi con carte di credito, si parla del Bitcoin. Purtroppo però emerge l’accezione negativa del Bitcoin da frasi come “Le monete virtuali come i Bitcoin sono uno strumento privilegiato per gruppi di criminali che intendono riciclare denaro.” e il glossario dove si precisa che “La rete Bitcoin consente il possesso ed il trasferimento anonimo delle monete“.

Rapporto sulle Carte di PagamentoLa successiva analisi dei Black Market cita ancora i bitcoin come mezzo di scambio nell’ambito delle attività illegali ma la frase “Altro elemento a favore di questi mercati paralleli è la possibilità di effettuare pagamenti utilizzando moneta virtuale, come il Bitcoin, che fornisce un ragionevole livello di anonimato delle transazioni.” corregge il tiro, precisando che l’anonimato fornito dal sistema Bitcon non è totale. Gli indirizzi Bitcoin sono infatti pseudonimi e la rete mantiene, nella blockchain, l’elenco tracciabile di tutte le transazioni eseguite fin dalla nascita del sistema. L’anonimato quindi è soltanto relativo, tanto che buona parte delle grosse frodi nelle quali è stato utilizzato il Bitcoin come mezzo di scambio di moneta sono state smascherate.

Interessanti i casi studio come l’operazione Onymous e le analisi sui black market Italian Darknet Community e AlphaBay sulla composizione percentuale della categoria merceologica frodi. E’ apprezzabile la preparazione di chi ha scritto il report e l’approfondimento statistico frutto di mesi di osservazione e raccolta dati.

Unica osservazione – a parte l’accezione decisamente negativa che emerge relativamente al protocollo Bitcoin – è la traduzione di “tumbler” in “bicchieri“, come si legge da questo estratto:

I tumblers (“Bicchieri”) sono servizi che operano prevalentemente attraverso la rete Tor e che consentono agli utenti di trasferire i propri fondi virtuali (e.g. Bitcoin) in un pool di fondi che poi rientrano attraverso account leciti una volta ripuliti. Le organizzazioni dietro questa attività trattengono per se una piccola commissione.

Il termine tumbler significa – tra le altre cose –  “acrobata” o “saltimbanco” o “bicchieri per cocktail” e viene utilizzato per indicare i servizi di riciclaggio di Bitcoin (noti anche come Mixer, Money Laundering, etc…) in quanto rende l’idea di un “mescolamento d’ingredienti” o “salto” da un indirizzo all’altro.

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