Abbiamo già parlato di Bitcoin, riciclaggio e antiriciclaggio, ma riprendiamo l’argomento cogliendo l’occasione della pubblicazione dell’approfondimento della Dott.ssa Nina Passarelli, intitolato “Bitcoin e antiriciclaggio”, sul sito del Sistema d’Informazione per la Sicurezza della Repubblica. Essendo il primo documento di un certo spessore che affronta il tema delle monete matematiche e del riciclaggio presente sul sito della Sicurezza Nazionale, ne recensiamo il contenuto apprezzando fin d’ora l’impegno dimostrato nel trattare un argomento così attuale ma nel contempo difficile.
Il documento, visionabile e scaricabile pubblicamente da questo link [WBM], apre con una introduzione al protocollo ben pianificata ma che scivola in più parti sulle caratteristiche tecniche del Bitcoin per dimostrarsi più precisa invece sulle parti economiche e giuridiche.
Si parla infatti di trasferimento di “bitcoin mediante messaggi criptati“, la definizione di blockchain è piuttosto confusa e le transazioni vengono verificate secondo un principio che sembra quello dei referendum o delle riunioni di condominio mediante “approvazione del 50% più 1 dei nodi“. L’algoritmo SHA256 ideato dall’NSA produce digest di 40 caratteri e le 6 “operazioni di verifica” (cioè le conferme) si confondono con il mining.
Purtroppo, a discapito del titolo, quando si comincia a passare dall’introduzione al riciclaggio – oggetto del whitepaper – il documento sposta l’attenzione verso considerazioni su volatilità e inquadramento giuridico del Bitcoin per giungere alle conclusioni che parlano del futuro, opportunità e soprattutto rischi legati a finanziamenti illeciti e frodi.
Per quanto il giudizio espresso e la recensione possa non sembrare brillante, apprezziamo la ricerca svolta, buona parte dei contenuti (sorvolando sulle questioni tecniche) e il fatto che sul sito del DIS sia stato pubblicato per la prima volta un whitepaper sul Bitcoin e sulle problematiche legate al potenziale reato di riciclaggio per il quale tale moneta matematica può essere usata – come peraltro per i contanti, oro, orologi di lusso e decine di altre merci di scambio o attività che di base sono lecite.