Tracciamento di bitcoin transitati da un mixer tramite address taint analysis

di | 2 Ottobre 2020
Tracking Mixed Bitcoins

È stato pubblicato pochi giorni fa il paper “Tracking Mixed Bitcoins” con autori Tin Tironsakkul, Manuel Maarek, Andrea Eross e Mike Just dell’Università di Heriot-Watt a Edimburgo in Scozia che proponte una interessante metodologia di tracciamento delle transazioni chiamata “Address Taint Analysis”. La metodologia di tracciamento e quindi potenziale deanonimizzazione proposta dai ricercatori si basa sulla ormai obsoleta “taint analysis” basata sulle transazioni per tracciare i Bitcoin che hanno transitato attraverso un servizio di mixing alla quale sono stati applicati degli aggiornamenti che permettono un rinnovato funzionamento.

I ricercatori dell’Università di Edimburgo hanno approfondito il potenziale della taint analysis unendolo a quello del clustering (o clusterizzazione) degli indirizzi e del backward tainting, introducendo un insieme di criteri di filtro che riducono il numero di falsi positivi basati sulle caratteristiche delle transazioni in uscita dal mixer e valutato la loro soluzione con transazioni verificabili passate attaverso nove servizi di mixing ricavate da studi pregressi. La soluzione ideata dai ricercatori viene definita “address taint analysis” e il paper è finalizzato proprio all’illustrazione delle novità di questa metodologia rispetto alla “taint analysis” tradizionale, estesa con backward tainting e clusterizzazione.

In sostanza l’articolo “Tracking Mixed Bitcoins” mostra come sia possibile tracciare e quindi deanonimizzare i Bitcoin a partire dalle transazioni di deposito utilizzando la address taint analysis e il numero di potenziali transazioni in output che possono essere quindi ridotte significativamente tramite i criteri di filtro.

La pubblicazione “Tracking Mixed Bitcoins” è scaricabile gratuitamente, anche in formato PDF, dal sito Arxiv.

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